La relazione cavallo – bambino

Chi almeno una volta nella vita ha incrociato lo sguardo del cavallo quel ricordo rimane in lui indelebile. Il cavallo è un animale diverso da tutti gli altri. È un animale che, per sua natura, sa di essere visto ed osservato ma che, a sua volta guarda ed osserva. Il suo sguardo però non si limita ad osservare. Se gli si concede la possibilità di uno scambio negli occhi, avviene quel qualcosa di magico che vi legherà a lui per sempre. Il cavallo ha la capacità di guardarti negli occhi e leggerti il cuore. Per non parlare delle emozioni che si provano quando si è in sella a questo nobile animale. Si vive un sogno e si respira libertà. Per questo l’equitazione non è solo uno sport. È una scuola di vita che mira alla crescita psico-motoria di bambini e ragazzi, e allo sviluppo di un senso di responsabilità e lealtà. L’incontro tra bambino-animale coinvolge entrambi i protagonisti in uno scambio di emozioni nuove e stimolanti.Il cavallo è esente da ogni forma di giudizio e pregiudizio, e il bambino può vivere la sensazione di essere completamente accettato. Attraverso il gioco con l’animale si favorisce l’acquisizione del senso di responsabilità: un essere vivente che dipende da noi e dalle nostre cure, esige una presa di coscienza dei nostri doveri. In questo senso un animale può essere un efficace supporto alla crescita e alla maturazione di un bambino, uno stimolo valido per riacquisire una immagine positiva di sé e del proprio valore. I principali effetti benefici prodotti sul bambino sono riconducibili ai seguenti elementi:
  • Il contatto corporeo ed il rapporto che s’instaura con il cavallo sono importanti canali emozionali attraverso cui il bambino acquisisce controllo e fiducia in sé;
  • L’attività equestre coinvolge diversi muscoli e sollecita più sensi, inoltre garantisce un miglioramento dell’apparato respiratorio e cardiovascolare;
  • Favorisce l’abbandono di schemi motori globali, di massa a favore di movimenti finalizzati, coordinati e più precisi;
  • Le ondulazioni provocate dal movimento tridimensionale durante la marcia del cavallo stimolano la coordinazione motoria del praticante e sollecitano l’elasticità dei dischi intervertebrali;
  • Il movimento del cavallo, determinando continui spostamenti del baricentro del cavaliere, stimola il senso dell’equilibrio;
  • Il cavaliere riceve stimoli neuromuscolari efficaci sul rilassamento fisico e mentale
  • Elevata quantità di stimolazioni sensoriali che il cavallo è in grado di assicurare.
  • È un valido stimolo affettivo ed un incentivo alla comunicazione. Il contatto che il bambino stabilisce con l’animale diventa un ponte attraverso il quale entra spontaneamente in rapporto con le realtà. L’esperienza di emozioni sul dorso di un cavallo mette in correlazione il bambino con le sue sensazioni non verbalizzate: in pratica sperimenta emozioni ed impara a riconoscerle guidato dalla sua sensibilità, che incontra appieno quella di un animale sensibilissimo come il cavallo.

Riabilitazione equestre

Gli interventi educativi e terapeutici con gli animali in genere sono basati sull’affettività e su una comunicazione non verbale mediata dalla presenza di un tecnico specializzato per la stimolazione di tutti i sensi, determinando la regolazione dei livelli di ansia ed incentivando un forte senso di sicurezza. Il cavallo, in particolare, per le sue caratteristiche può diventare un grande mediatore relazionale, in quanto nella dinamica di scambio referenziale rappresenta un interlocutore neutro e disponibile: si lascia accarezzare, stringere, toccare, ma pone anche dei limiti, chiedendo di essere rispettato e accudito. Il rapporto con il cavallo risulta ricco di valenze affettive, finalizzato a costruire delle competenze, in un ambiente in cui le regole sono chiare, ma in cui non vi è né rigidità, né ambiguità, ma reciproco rispetto ed ascolto.Nelle attività equestri, il cavallo diventa un importante “mezzo terapeutico”, un essere vivente in grado di relazionarsi con il bambino con modalità del tutto particolari favorendo la maturazione e l’evoluzione del rapporto con l’altro e con l’ambiente. Tali attività sono un valido supporto per bambini che presentano psicopatologie dell’età evolutiva, autismo, ritardo mentale, disturbi dell’apprendimento, delle capacità motorie, della comunicazione, disturbi generalizzati dello sviluppo, deficit d’attenzione, disturbi della condotta, problemi familiari o sociali.Essere portati sulla groppa dal cavallo comporta un diretto contatto fisico con l’animale ed esperienze di vario tipo: tattili, termiche, olfattive, uditive, visive e soprattutto propriocettive. L’essere accolto e contenuto sulla groppa del cavallo che si muove permette di sperimentare il ritmo e la qualità dell’essere trasportato (passo veloce o lento): questo crea una comunicazione vitale e non verbale, simile a quella che avveniva quando era la mamma che ci presentava il mondo, portandoci in braccio, sul dorso o appoggiati all’anca. Gli input tattili, termici, vestibolari, olfattivi, uditivi, visivi e propriocettivi vengono elaborati dal sistema nervoso, facilitando azioni e reazioni, sollecitando strutture e facilitando il riorganizzarsi delle strutture stesse a un livello superiore.Il cavallo si pone come mediatore tra il bambino e il mondo permettendogli esperienze precluse dalla sua patologia, come ad esempio nella paralisi cerebrale infantile (PCI) caratterizzata da insorgenza in epoca molto precoce dello sviluppo. Innanzitutto il cavallo comunica esperienze motorie. I movimenti trasmessi dal cavallo alla pelvi del cavaliere nei tre piani – verticale, orizzontale e trasversale – inducono movimenti in avanti e indietro, a destra e sinistra, su e giù e nel piano trasverso.L’esperienza non è passiva, perché richiede un continuo aggiustamento attivo della postura per non perdere l’equilibrio.La biomeccanica dei movimenti è simile nel cavallo e nell’uomo. Questo è terapeuticamente efficace per migliorare il controllo del capo e del tronco, la simmetricità della postura, la coordinazione e l’armonia dei movimenti.Ma non solo: mentre il ragazzo è impegnato a livello conscio ad adattare i suoi movimenti a quelli del cavallo, contemporaneamente a livello inconscio sperimenta i movimenti ritmici del suo stesso corpo. Vengono riattivati antichi pattern di movimento inconsciamente memorizzati e custoditi nelle memoria implicita, come i riflessi arcaici, fornendo la base per più complesse funzioni motorie.Seguendo il ritmo e la qualità del movimento del cavallo si innesca una grande varietà di esperienze di equilibrio. La ricerca dell’equilibrio è attiva anche se stimolata e supportata dal movimento del cavallo in una sorta di bio-feedback. Accanto all’acquisizione di un miglior equilibrio il bambino conquista una più chiara immagine del sé corporeo, facilitando la definizione di un sé psichico e la strutturazione di una personalità armonica.Contemporaneamente il cavallo consente una regressione a fasi anche molto precoci dello sviluppo e permette di ripartire da esse verso le nuove acquisizioni. Naturalmente sarà compito dell’équipe terapeutica utilizzare nel piano terapeutico individuale tutte le opportunità che il cavallo offre a 360° gradi.